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⇨ definição - Wikipedia
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benedizione (n.f.)
approvazione, assenso, benedicite, beneficio, beneplacito, benestare, dono del cielo, gentilezza, grazia, omologazione, preghiera di ringraziamento, vantaggio, visto
Ver também
benedizione (n.f.)
↘ affermativo, approbativo, approvatore, assenziente, benedicente, consenziente ↗ accettare, approvare, benedire, dare la propria approvazione a, sostenere ≠ biasimo, deplorazione, disapprovazione, reprensione
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⇨ Benedizione Apostolica • Benedizione Papale • Benedizione apostolica • Benedizione eucaristica • Benedizione papale • Benedizione sacerdotale
benedizione (n.)
benedizione[Hyper.]
benedizione (s. f.)
beneficio; favore; cotillon; grazia; servigio; cortesia[Classe]
chose procurant le bonheur (fr)[ClasseParExt.]
événement (fr)[Classe...]
benedizione (s. f.)
unzione[Classe]
sacrement de la messe (fr)[Classe]
benedizione[ClasseHyper.]
acte au cours d'une liturgie (fr)[DomaineCollocation]
comunione, orazione, petizione, precie, preghiera[Hyper.]
benedire[Nominalisation]
benedizione (s. f.)
prière chrétienne (fr)[Classe]
(benedire)[termes liés]
(sala da pranzo; tinello; camera da pranzo; stanza da pranzo)[termes liés]
benedizione (s. f.)
petizione, preghiera, scongiuro, supplica[Hyper.]
benedire[Dérivé]
benedizione (s. f.)
Wikipedia
La benedizione è un'invocazione della grazia e del favore di Dio (di una divinità) su qualcuno o qualcosa. Per estensione, è un'invocazione di bene per qualcuno o qualcosa.
Nella religione cristiana e in altre religioni, la benedizione è una formula rituale con cui il sacerdote (o ministro di Dio, ma anche il capofamiglia o patriarca) invoca la protezione e la grazia di Dio su persone o cose. Per alcune religioni è l'azione che un uomo investito di uno speciale potere sacerdotale può esercitare su altre persone o cose affinché queste ultime abbiano il "favore divino". Come indica la parola, la benedizione può comprendere formule verbali, anche se spesso s'accompagna con gesti (nelle liturgie cristiane l'aspersione o il segno della croce fatto con tre dita).
Indice |
Nella Bibbia "benedizione" traduce, per l'Antico Testamento: בּרכה (berâkâh) e per il Nuovo Testamento εὐλογία (eulogia) e εὐλογέω (eulogeō), un "parlare bene di", raccomandare, da cui il nostro "elogio", adorazione riverente, beneficio.
Nell'Antico Testamento la benedizione di Dio è spesso considerata sotto l'aspetto dell'agire di Dio sul piano della vita terrena: incremento della famiglia, abbondanza di figli, lunga vita, raccolti abbondanti, ecc. (Genesi 1:22; Deuteronomio 33:13 ss.; 2 Samuele 6:11 ecc). Non va, però, dimenticato che sotto la figura di beni terreni (fecondità della terra ecc.) vengono indicati anche beni che stanno "al di là" della sfera puramente terrena. Esempio tipico è Genesi 27, la benedizione di Isacco e Giacobbe, alla luce di Ebrei 11:20: "Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù, riguardo a cose future". Nei libri sapienziali, la Sapienza stessa viene considerata come la più ambita benedizione. Nei libri del basso Giudaismo (libri apocalittici), la giustizia e la pace sono considerati segni delle future benedizioni messianiche. In Gesù, il concetto di benedizione trova poi la sua espressione più profonda e spirituale soprattutto nelle beatitudini.
È Dio che benedice. Anche quando la benedizione è pronunciata da uomini, bisogna tener presente che si tratta pur sempre di benedizione divina. Dio si serve di uomini per elargire la sua benedizione; in questo senso l'uomo può essere "di benedizione" per altri. Cosí Melchisedec benedice Abramo (Genesi 14:18,19), Giosuè benedice Caleb (Giosuè 14:13), "tutte le nazioni saranno benedette in Abramo" (Genesi 18:18) e "Tutte le famiglie saranno benedette in te [Isacco] e nella tua progenie" (Genesi 28:14). Dio, così, benedice la casa dell'Egiziano "per amore di Giuseppe" (Genesi 39:5); ed infine in questo senso, che è Dio che benedice, va compresa l'affermazione di Zaccaria 8:13: "Sarete una benedizione".
Benedicendo determinate persone ed affidando loro una missione, Dio le lega a Sé in modo tutto particolare: "Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà" (Genesi 12:2-3). Sorge a tale proposito naturale l'idea del Patto. Che Dio resti sempre Lui il "Signore" della benedizione, risulta anche dal racconto di Balaam (Numeri 22-24). Dio impedisce a Balaam di benedire o maledire secondo il suo beneplacito; egli è costretto a benedire unicamente chi Dio ha determinato di benedire (23:20). La benedizione di Dio è irrevocabile (23:20); vedi pure Genesi 27: Isacco benedice Giacobbe. Anche negli altri casi enumerati dalla Bibbia appare chiaro che è sempre Dio che concede la benedizione (Genesi 39:5; Deuteronomio 33:1-7; 11:15; 33:13-23; Salmi 129:8; Proverbi 10:22). Dio ne è il dispensatore unico e sovrano (Levitico 25:21; Deuteronomio 28:8). In alcuni passi dell'Antico Testamento è posta in luce la stretta relazione fra osservanza della Legge e benedizione di Dio (Deuteronomio 7:13; 27:12 ss).
Come atto di culto. Il gesto di alzare le mani in atto di benedizione era frequente in Israele. In Levitico 9:22 è detto: "Poi Aaronne alzò le sue mani verso il popolo e lo benedisse; dopo aver fatto il sacrificio per il peccato, l'olocausto e i sacrifici di ringraziamento discese dall'altare". L'atto della benedizione era compiuto dai sacerdoti e dai leviti (2 Cronache 30:27) ed anche dai re (2 Samuele 6:18; 1 Re 8:14).
Una delle forme più antiche di benedizione cultuale può essere considerata quella in occasione dei sacrifici (1 Samuele 9:13). La formula classica di benedizione in Israele è contenuta nel libro dei Numeri 6:23-27: "L'Eterno ti benedica e ti custodisca! L'Eterno faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio! L'Eterno rivolga il suo volto su di te e ti dia la pace!".
Nel Nuovo Testamento rimaniamo nel medesimo ordine di idee dell'Antico Testamento (tenendo sempre presente il capovolgimento Evangelo-Legge). Vedi la benedizione di Simeone (Levitico 2:34) e in special modo nell'epistola agli Ebrei (6:7,14; 7:1,6,7; 11:20,21; 12: 17). Il passo di 1 Corinzi 14:16 va esaminato alla luce del problema della glossolalia. Per quel che concerne "il calice delle benedizioni" di 1 Corinzi 10:16 vedi Santa Cena.
Gesù benedice i fanciulli (Matteo 10:16) ed i suoi discepoli al momento dell'ascensione (Levitico 24:50-51). In Atti 3: 26 è detto che Dio ha "suscitato il suo Servitore e l'ha mandato per benedirvi". In Efesini 1:3 è detto che Dio "ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo". Paolo parla della "pienezza delle benedizioni di Cristo" (Romani 15:29).
Adempimento della promessa. Nella missione di Paolo alle genti si attua, in Cristo, l'adempimento della promessa fatta ad Abramo. Cfr. Genesi 12:3 e Galati 3:8: "Affinché la benedizione di Abramo venisse sui gentili", "in Cristo" (14). Cfr. pure Atti 3:25 con Genesi 22:18.
Nel culto cristiano. Il Nuovo Testamento contiene varie formule di benedizione che erano di frequente uso nelle assemblee delle chiese (Galati 6:18; Filippesi 4:23; 1 Corinzi 16:23; 2 Corinzi 13:13).
Esistono varie tipologie di benedizioni utilizzate per diversi momenti della vita o in relazione a diversi tipi di oggetti o beni, sacri o per uso profano. Le formule di benedizione, unitamente a stralci della Bibbia e preghiere appropriate sono raccolte in un rituale noto come Benedizionale.
Di particolare rilievo sono la:
Per approfondire, vedi le voci Avraham, Isacco, Giacobbe, Popolo d'Israele, Shekhinah e Benedizioni ebraiche. |
Ci si chiede quale sia il fine delle benedizioni recitate verso Dio: è il caso, come esempio per tutti, della domanda e richiesta fatte da Dio a Mosè. Dio chiese a Mosè di accoglierlo con la parola Shalom che, anche nome di Dio, significa Pace. In un primo momento Mosè non seppe del significato di questa richiesta immaginando che Dio, immutabile e perfetto, non avesse bisogno delle benedizioni dell'uomo ma Dio gli fece capire che ha bisogno dell'uomo perché il Suo mondo possa continuare a sussistere nel modo migliore. Secondo un insegnamento dei maestri ebrei la parola ebraica Shalom, nel significato di pace, si riferisce alle benedizioni verso Dio che favoriscono la diffusione e la discesa della misericordia e delle benedizioni stesse sul mondo e sulla Creazione tutta. Oltre a ciò le Benedizioni rivolte a Dio confermano ed affermano la Sua infinita Bontà e la Sua Onnipotenza come Re e Padrone del Mondo.
La fonte della benedizione è individuata nella Sefirah Chessed: Misericordia, Bontà, gentilezza e grandezza. Altre due Sefirot specificamente legate alla benedizione sono Yessod e Tiferet.
Vi sono momenti specifici in cui è obbligo recitare certe benedizioni invece proibite in altri. Queste regole sono necessarie anche per evitare di incorrere nella trasgressione del divieto Halakhico che deriva del terzo dei Dieci comandamenti: Non pronunciare il nome del Signore Dio tuo invano; perché il Signore non lascerà impunito chi avrà pronunciato il suo nome invano (Secondo l'esegesi ebraica questo divieto riguarda anche il giuramento falso).
Nella religione ebraica esistono varie forme e diversi tipi di benedizione, in ebraico Berakhah, ברכה:
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